Dopo un lungo letargo, lontana dai problemi che attanagliano le cicliste e il ciclismo in generale, ecco che ritorna a parlare la vice presidente ACCPI Alessandra Cappellotto. E lo fa rilasciando un’intervista al prestigioso BiciSport.
L’ex campionessa del Mondo, che tutti noi abbiamo ammirato e applaudito da ciclista, si è lanciata nell’attività sindacale con ACCPI e CPA sperando di apportare la sua esperienza sportiva senza rendersi conto, nemmeno strada facendo, di non avere le capacità manageriali per rappresentare un movimento moderno, vincente e con la voglia di conquistarsi i palcoscenici che ha dimostrato di meritare.
Massimo rispetto per la ex ciclista e per la donna, nessuno sconto per il suo lavoro di sindacalista, che non sta facendo.
Cercherò di farle prendere atto della sua inadeguatezza in modo da farle evitare di candidarsi di nuovo alla sua poltroncina di inutile sindacalista in Italia e chiedendole di dimettersi dalla carica Internazionale del CPA, prendendo spunto dalle sue dichiarazioni e motivando le mie ragioni.
La Signora Cappellotto parla del movimento, lanciando freccette a destra e a sinistra, come se non fosse lei la protagonista di quanto sta accadendo al ciclismo femminile italiano.
Punta il dito contro le atlete perché a suo dire “hanno fatto poco per agevolare il mondo di cui fanno parte” senza rendersi conto che è lei che le rappresenta. E’ lei che doveva e dovrebbe acculturarle e indirizzare sulla strada giusta.
Continua sferrando un “gomitata” all’ambiente con il quale dovrebbe collaborare dichiarando: “Purtroppo nel ciclismo femminile c’è uno zoccolo duro di dirigenti e atlete che pur non possedendo le caratteristiche per essere professionisti vogliono fare quello che fanno i prof. In Italia e in tutto il mondo è ancora permesso che partecipino alle gare di ciclismo atlete che sono assolutamente lontane dagli standard di prestazione richiesti”
E di chi è la colpa se quando sopra riportato si sta verificando?
Sono anni che le diciamo (non solo io) che il ciclismo femminile va migliorato dalla base, che bisogna aumentare le tesserate, che bisogna collaborare con i team (anche la Federciclismo), che bisogna PRETENDERE dal Governo investimenti a beneficio di tutto il movimento, che bisogna PRETENDERE dal legislatore una modifica del Codice della Strada, che bisogna PRETENDERE dal Governo la liberalizzazione del diritto di lavoro anche per i dilettanti, che bisogna PRETENDERE la totale sicurezza per le atlete?
Sai cara Alessandra cosa dovrebbe fare una sindacalista... quando la tua dolce metà Federazione Ciclistica Italiana chiede la sospensione del provvedimento emanato dal Ministero dell’Interno DPS che obbliga l’utilizzo della Polizia Stradale alla gare? scende in piazza a protestare, senza creare disagi alla società ma facendosi valere per quello per cui sei chiamata a fare: l'interesse delle cicliste!
E invece? Nulla!
State in silenzio.
L’UCI esclude il Giro Rosa dal World Tour per gravi mancanze delle dirette tv (argomento molto scottante sul quale sto indagando) e tu che fai? Nulla! Zitta!
E sapete il perché? Perché con la Federazione, che rappresenta anche gli organizzatori della gare, si dividono una fetta dei soldi che le atlete si guadagnano al termine di ogni gara (3%).
Tutte le componenti sono allineate sulla solita lunghezza d’onda. Non c’è un confronto, anche duro se serve, ma solo un tacito accordo. Il tutto a discapito dei Team e delle atlete, che tu dovresti rappresentare.
Vogliamo parlare delle giusta soluzione dei Corpi di Stato? bene, ci sono sempre stati anche ai miei tempi. Io rinunciai allo stipendio sicuro per passare professionista. Le ragazze non hanno questa possibilità di scelta.
L’ambito posto nelle Forze di Stato porta le ragazze Juniores ad accelerare i tempi per ottenere risultati Internazionali e accedere ai concorsi con maggiori possibilità. Ma tu dichiari di voler annullare i Mondiali juniores perché le ragazze vengono eccessivamente impegnate dalla Nazionale. Deciditi, che vuoi fare da grande?
E quelle ragazze che, per tanti motivi, da juniores non ottengono particolari risultati che fine fanno? Rimangono alla professionalità dei team italiani rimasti in vita che da tempo svolgono un ottimo lavoro anche se con risorse limitate.
Perché i Team Italiani non vengono aiutati?
Dichiari: “In Italia e in tutto il mondo è ancora permesso che partecipino alle gare di ciclismo atlete che sono assolutamente lontane dagli standard di prestazioni richieste.”
Alessandra, sei ancora tu, insieme alla Federciclismo, che dovete proporre progetti di sviluppo per le atlete per ridurre il gap atletico. La Nazionale della pista fa la sua parte. Per quanto riguarda la strada?
Sei sempre tu che hai la possibilità di discutere con la FCI le strategie, anche forti, per selezionare le ragazze, dando però a tutte la possibilità di migliorarsi.
Per far crescere le ragazze bisogna farle confrontare con le più forti, alla loro portata. Inutile far partecipare ad una gara WWT una ragazza che dopo 10 km perde le ruote in pianura, nonostante il suo impegno.
Quali progetti hai presentato per far crescere le ragazze del ciclismo?
Hai fatto un acculturamento sportivo e mediatico per supportarle e farle crescere sotto questi aspetti oppure hai pensato solo alle migliori interpreti del nostro movimento?
Io non ho ricordo di alcun progetto. Illuminami!
In Italia ci sono poche gare e sono Nazionali, si gareggia poco e coinvolgendo insieme le categorie Juniores con le Under 23 ed Elite. Come può fare una ragazzina uscita dalle allieve a confrontarsi con le Under 23 o con le Elite?
Ragazze Junior alle quali è giustamente imposto un tipo di rapporto mentre quando gareggiando con le Open si passa a rapporti liberi.
"Esiste quindi un ciclismo femminile di Serie A e uno di Serie B? «Sì e va specificato che giocano nello stesso campionato e questa è la grande differenza con il calcio»"
Anche nel calcio femminile, nel campionato di serie A ci sono Club che vengono dalla serie B e non hanno le possibilità di fare una squadra più competitiva. Anche nel calcio femminile ci sono poche tesserate in base agli altri paesi.
Chissà perchè negli altri paesi le tesserate sono molte di più delle nostre?
L’unica differenza è che nel ciclismo si riesce a vincere, laddove le ragazze fanno veramente la vita sportiva di cicliste. Ma queste sono poche. La successiva selezione avviene naturale, anche perchè se rimani fuori dai Corpi di Stato non hai alternative: devi abbandonare!
Quali sono i tuoi progetti e le tue soluzioni proposte in tal senso?
Cosa accadrà quando entrerà in vigore, anche per l’Italia, la regola UCI che impone la partecipazione alle gare World Tour solo alle atlete professioniste?
… visto che in Italia il professionismo è proibito alle donne di tutti gli sport? E che le migliori cicliste sono in forza ai Corpi di Stato e quindi sono delle dilettanti?
Quale sotterfugio all’italiana state studiando per ovviare a questa giusta imposizione?
Perché sono sorte altre associazioni di categoria che stanno ricevendo i consensi delle migliori cicliste straniere e anche Italiane? Ti sei mai posta questa domanda?
Cosa offri tu alle cicliste italiane che hai scelto di rappresentare, lasciando al loro destino tutte le altre?
Non entro nel merito del velodromo di Montichiari dove le azzurre sono costretta ad allenarsi violando la decisione della Procura della Repubblica oppure nella scandalosa vicenda del Record dell’Ora conquistato dalla Signora Vittoria Bussi.
Lo rimando ad altri articolo, sperando che nel frattempo tu abbia preso atto della tua incompetenza e inutilità e sia entrata al tuo posto una persona preparata che vuol far crescere tutte le cicliste e il movimento che le sostiene.
Ah, stavo dimenticando l’unica grande iniziativa che è giusto tributare alla coppia sindacale Salvato – Cappellotto, che girano da anni tra i politici e le Istituzioni con il mano il “Cartello Giallo” per la sicurezza stradale.
Non essendo riusciti nemmeno a far approvare le giuste modifiche, da loro richieste, al Codice della Strada, hanno ben pensato (qui tutti i meriti vanno alla volpe Cappellotto) di coinvolgere il Sig. Marco Cavorso, papà di Tommaso (per tutti Tommy, ucciso a 13 anni mentre si stava allenando in sella alla sua bicicletta), da lei delegato alla sicurezza e la influenzer ciclista Paola Gianotti, che sta pedalando sulle strade della penisola per sensibilizzare gli utenti della strada ad essere più rispettosi nei confronti dei ciclisti, di qualsiasi genere. Grazie a queste due persone che si stanno installando, in vari Comuni i cartelli “Attenzione strada transitata dai ciclisti”, riducendosi anche a presentare una petizione su change.org
Vi ricordo che il ciclismo è il 2° sport italpopolare, che c’è un grande passato da rispettare e un grande futuro da pianificare.
Walter Pettinati