Il ciclismo è uno sport duro e faticoso, che con i suoi valori e le sue sfide aiuta ad affrontare la vita. È la sicula Genny Tumino a parlarci di come le due ruote sono entrate a far parte della sua vita, dei sacrifici e dei problemi che ha affrontato per inseguire la sua passione... una passione che non le ha solo fatto raggiungere obiettivi e traguardi inaspettati, ma l’ha trasformata nell’esempio da seguire, nell’idolo delle più piccole.


11 aprile 2018 - Superare le difficoltà di correre da sola, di allenarsi e di competere con i maschi o con una sola avversaria e, strada facendo, oltrepassare qualche discriminazione, per poi finalmente giungere, a 19 anni, alla meritata soddisfazione di approdare in una squadra femminile, pronta ad affrontare tutte le conseguenti novità. É la storia di Genny Tumino, una ragazza di Vittoria in provincia di Ragusa che in pochi anni, spinta dal suo grande desiderio di gareggiare, ha affrontato le salite della sua Sicilia e della sua vita, conducendola fino a quella che è in realtà più una nuova partenza che un traguardo raggiunto: la sua prima esperienza tra le donne della Vallerbike A.s.d., al suo esordio nella categoria élite.

Genny, che è la Campionessa siciliana Juniores di ciclismo su strada 2017, portando avanti i suoi obiettivi personali, armata di grinta e determinazione, si è ritrovata ad essere considerata dalle sue conterranee più piccole l’idolo da seguire. Una grande responsabilità certo, ma con l’enorme potere di avvicinare bambine e ragazze ad uno sport faticoso come il ciclismo, che gioca un ruolo importante nella diffusione dei suoi valori ed insegnamenti e nella crescita del lato femminile del movimento. Proprio vivendo tutte le sfumature di questo sport, l’energica ragusana ha incontrato la sua dolce metà. A presentarle l’occasione è stato il suo grande amico Corrado Alì, presidente del team Alì, invitandola alla Benedizione dei Ciclisti a Modica, il 17 giugno scorso. Una benedizione fatale per Genny e Salvatore che coltivano il loro amore anche in sella alle loro biciclette. Lui, ciclista amatore, infatti, si allena insieme a lei e le fa da guida.... Un fantastico cavaliere con un enorme dono... quale? A dircelo è stata proprio lei: “durante gli allenamenti mi dà la carica, la forza e la grinta per continuare senza mai mollare!”...

Ho iniziato a fare ciclismo all’età di 15 anni, così per caso, girovagando tra le viuzze del mio quartiere.

Una passione e un obiettivo
Il ciclismo è uno sport che non è per tutti....
Ho iniziato a fare le mie uscite in mountainbike, ma mi ha sempre appassionata la bici da corsa.... Sin dall’inizio il mio obiettivo era quello di gareggiare e così è stato.

La prima esperienza in una squadra e il ciclismo femminile in Sicilia
In Sicilia, purtroppo, non siamo aggiornati con il ciclismo femminile, così nel 2017 ho cominciato a correre con l’A.s.d. Multicar Amarù - Palazzago.
Ho corso un anno con i maschi, mi allenavo e correvo con loro, avevo solo un avversaria.
La cosa non è stata molto facile, è stato difficile per me correre con i maschi, ma ho avuto delle ottimi basi....

Il risultato raggiunto
Nel 2017 sono stata campionessa regionale.

Il 2018 e la nuova esperienza tutta al femminile
Dopo due anni di esperienza, ho iniziato il mio terzo anno con una nuova prospettiva. Dopo tanti sacrifici sono riuscita, infatti, ad entrare a far parte di una squadra della Toscana, la Vallerbike, dove mi hanno accolta con tanto affetto insieme a mia sorella, che pratica la mtb.
Correre con centinaia di ragazze è un’esperienza unica, sia in ambito sportivo che di vita.... La mia inesperienza influenza molto nelle gare, ma non mi faccio abbattere per questo... sono molto determinata ad aiutare la mia squadra e far in modo di ottenere risultati importanti.

Tra il ciclismo e la scuola
Quest’anno ho l’ultimo anno di scuola da completare, avrò la maturità.
Dalla Sicilia, quindi, raggiungo la mia squadra per le gare.

L’effetto di una donna in mezzo ai maschi
Con la mia presenza ho attirato l’attenzione delle ragazze più piccole e ora, anche se non corro più in Sicilia, ho visto un incremento maggiore del numero di ragazze rispetto gli anni passati.
Non saremo mai ai livelli del nord... forse non ora, ma col tempo....”

Sei stata nominata da Giada Gambino con la seguente motivazione:
Genny Tumino perché è una mia amica e perché in Sicilia è la più forte tra le ragazze.

Cos’hai pensato appena ti abbiamo contattata e cosa ti ha portato ad accettare la nomination?
Quando mi è stato chiesto avevo capito subito che era stata Giada a fare il mio nome e ho accettato la nomination perché sono nuova e voglio farmi conoscere per la ciclista che viene dal Sud della Sicilia.

Quali sono, secondo te, i motivi per cui in Sicilia il ciclismo femminile non è sviluppato come in altre parti d’Italia?
Secondo me il ciclismo femminile non è tanto sviluppato in Sicilia perché quasi nessuna ragazza ormai è interessata a fare ciclismo... è uno sport pesante e, come ben si sa, la fatica non piace a tutti.

Cos’ami della tua regione?
Della mia Regione amo il caldo che abbiamo quasi tutto l’anno, anche se lo soffro tanto in estate, e poi i meravigliosi posti che ci offre la natura e soprattutto il mare. Tra i migliori luoghi che offre la mia Sicilia c’è senza dubbio Punta Secca (Punta Sicca in siciliano), frazione di Santa Croce Camerina. È un piccolo borgo marinaro che mi piace perché offre un tramonto bellissimo e poi è un posto tranquillo che si affaccia sul Mar Mediterraneo.

Confini e limiti dividono o proteggono?
Confini e limiti secondo me dividono... perché quando si è al massimo dello sforzo cerchiamo sempre una scusa per non andare oltre e tendiamo a mollare..., ma bisogna superare ogni limite per avere soddisfazioni.

Come ti senti nelle vesti dell’idolo delle tue corregionali più piccole?
Mi fa piacere essere l’idolo delle mie corregionali più piccole. Credo di esserlo perché in me hanno visto la volontà di lottare contro tutti in gara ed io vorrei che capissero cosa sono la fatica e l’umiltà delle cose. Credo sia importante che ognuno di noi tiri fuori e sfrutti i propri talenti e le proprie capacità, senza essere tanto orgoglioso da non riuscire ad accettare correzioni e senza vantarsi dei risultati o delle abilità. L’umiltà è la chiave di un progresso personale.

Tu a chi o a cosa ti ispiri?
Io mi ispiro ai ciclisti che danno tutto per ottenere risultati... non bisogna mai accontentarsi di quello che si fa, ma appunto superare i propri limiti per raggiungere il massimo di se stessi.

Quali sono state le difficoltà per coltivare la passione del ciclismo senza un team prima e in una squadra maschile poi?
Le difficoltà sono state tante... farmi accettare nel team è stata molto difficile. Essendo una donna, non tutti mi prendevano in considerazione, pensando sempre al fatto che non potevo stare al passo dei maschi. Non ero mai partecipe alle chiacchiere dei miei compagni di squadra e lo stesso in corsa, non aiutavo i miei compagni perché non avevo i loro ritmi.

Quali credi siano i passi da fare per incentivare lo sviluppo del ciclismo femminile in Sicilia e perché?
Credo che per incentivare di più il ciclismo femminile in Sicilia serva innanzitutto invitare le ragazze a praticare questo sport. Nel ciclismo non bisogna arrendersi, aiuta a capire che nella vita si può superare qualsiasi situazione e poi la bici libera da tutti i pensieri e ci rende liberi.

Qual è la cosa che in assoluto avresti voluto fosse stata più semplice nel tuo percorso ciclistico?
La cosa che in assoluto avrei voluto fosse stata più semplice nel mio percorso ciclistico è l’aver avuto la famiglia accanto. Ho avuto il piacere di avere metà della mia famiglia in pochissime gare... per via delle gare di mountainbike di mia sorella Giusy non sono stata seguita da loro, ma dalla mia seconda famiglia che era la mia squadra.

È semplicissimo complicare le cose, ma semplificarle è sempre difficile. Tu, in quali delle due sei più portata?
Sono più portata a complicare le cose e non a semplificarle.

Della tua breve esperienza agonistica, qual è l’avvenimento che ricorderai per sempre e perché?
Ricorderò per sempre la mia prima gara tra le élite a Montignoso in Toscana... quell’errore di inesperienza che mi ha giocato una gara intera... In quell’occasione, infatti, prendendo un incrocio stretto, dalle prime posizioni mi sono ritrovata alla fine... e poiché ad ogni curva c’è sempre un rilancio, ho perso il gruppo... da quell’errore è finita la mia corsa perché la velocità era elevata e sostenuta.

Ci racconti la tua vittoria da junior al campionato regionale che si è svolto il 4 giugno 2017 a Barcellona Pozzo di Gotto? Te l’aspettavi?
Due settimane prima del campionato ho avuto un incidente di cui ricordo poco. Ero uscita da casa e percorrevo una discesa dove si trovava una semi curva... all’improvviso è spuntato sulla mia corsa un motociclista... da quel momento il buio totale, fino al risveglio in ospedale.
In quei giorni pensavo al fatto che mi ero giocata la stagione e sono state proprio le parole di Giada Gambino a farmi capire che nulla era perso....
La settimana prima del campionato ho riflettuto molto se partecipare o meno nelle condizioni in cui ero... avevo riportato un trauma cranico e delle escoriazioni profonde alla spalla sinistra, lividi quasi su tutto il corpo (alcuni dolori li ho tutt’ora, soprattutto in bici).
Il giorno prima della gara ho comprato la bici, l’ho provata... era davvero difficile ripartire in quello stato.... Anche il DS della squadra mi ha incoraggiata, dicendomi di stare tranquilla e di partecipare e tentare la vittoria. Così ho fatto.
Durante la corsa mi era stato comunicato male il percorso delle donne, per cui ho affrontato per 5 km una salita che non era prevista. Arrivata quasi alla fine, ho incontrato il DS che mi ha detto che non dovevo farla... in quel momento ho pianto dal dolore che avevo alle ossa per via dell’incidente, poi però mi sono detta: “Sono arrivata fin qua su, ora devo scendere per portare il titolo a casa!”. Raggiunto quasi l’arrivo, avevo visto già la mia avversaria attraversare la linea del traguardo... in quegli attimi il mio morale era sceso tantissimo.... Nel momento della premiazione mi ero detta: “Vabbè, sarà per un altro anno per il titolo del Campionessa regionale...”.
Quando è stato nominato per il secondo posto il nome della mia avversaria sono rimasta allibita... non me l’aspettavo.
Alla fine ero stata doppiata una volta sola, nonostante avessi sbagliato il tracciato, la mia avversaria era stata doppiata due volte... Ero riuscita a vincere il Campionato!

Ci hai accennato dell’influenza che ha la tua inesperienza durante le gare femminili a cui quest’anno partecipi. Quali sono le differenze che influiscono di più? Le differenze che noto moltissimo nel cambio di categoria sono la velocità - in gara si va molto più veloci, cosa che in Sicilia non succedeva molto - e poi il fatto di non conoscere le mie avversarie - devo capire al momento di che pasta sono fatte.

Che cosa studi e cosa ti piace della tua scuola?
Studio enogastronomia e mi piace cucinare.

Il ciclismo è considerato una sorta di scuola di vita. A te, cos’ha insegnato?
“La bicicletta insegna cos’è la fatica, cosa significa salire e scendere – non solo dalle montagne, ma anche nelle fortune e nei dispiaceri – insegna a vivere. Il ciclismo è un lungo viaggio alla ricerca di se stessi.” Ivan Basso.
É una delle citazioni più belle, ecco cosa mi ha insegnato il ciclismo.

Perché credi che non sia uno sport per tutti?
Il ciclismo non è uno sport per tutti perché è uno sport di merda, come ha detto uno dei DS durante una delle ultime cose maschili del Nord Italia.

Dividi la passione per le due ruote con tua sorella Giusy che si dedica alla mountainbike. In cosa vi assomigliate e in cosa, invece, non siete per niente simili?
Ci assomigliamo dal fatto che siamo gemelle ????????. Per il resto abbiamo caratteristiche molto diversi... lei si dedica ad un’altra disciplina, non tiene tanto su strada; viceversa io non so resistere ai ritmi della mtb.

Condividere divide il dolore e raddoppia la gioia. Cos’è per te la gioia?
La gioia è quella di essere in sella alla bici, stare accanto alle persone che amiamo e soprattutto condividere la fatica con esse.

Cosa ti piacerebbe fare finita la scuola?
Lo studio non fa per me????. Penso che mi dedicherò sia al ciclismo che al lavoro... Non si conoscono le cose della vita, le carte possono anche cambiare.

Per seguire la tua passione per il ciclismo, accetteresti di trasferirti e lasciare la tua bella e calda Sicilia?
Una domanda da un milione di dollari.... Come Nibali dalla Sicilia..., Visconti dalla Sicilia..., come anche Damiano Caruso che hanno seguito la loro passione beh, direi che senza la mia terra non posso stare, non posso andare tanto lontano... preferirei fare continui viaggi.... Tutto poi dipende dalle condizioni della squadra e se le direttive sono quelle di stare tutti insieme.

La tua nomination (possibilmente avversaria) e la motivazione…
Manuela De Iuliis, la conosco superficialmente, siamo amiche e la vorrei conoscere di più.

Ilenia Milanese
cicliste.eu

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