Negli anni ne ha fatta di strada con nonno, papà e con la sua fedele compagna Bea... e chissà quanta ancora ne farà Gloria Scarsi!
27 novembre 2017 - Testardaggine e tenacia di una ragazza di 17 anni con grandi obiettivi e una via ancora lunga da percorrere... Gloria Scarsi ci racconta il suo ciclismo tra la strada, la pista e la MTB, con degli accompagnatori speciali: nonno, papà e Beatrice Rosa!


Ho cominciato a correre grazie a mio papà e mio nonno.
Mio nonno è un ex professionista e mio papà correva con Mirko Celestino, l’attuale CT della Nazionale di MTB, ex professionista che ha corso su strada e in MTB.

9 anni nell’U.C. Alassio
Corro dalla categoria G1 e sono stata per 9 anni nell’U.C. Alassio, una squadra maschile Ligure.
Durante gli anni da Esordiente ho avuto la mia fedele compagna, Beatrice Rosa.
Poi, passata Allieva, mio padre ha deciso di fare una squadra femminile all’interno dell’U.C. Alassio, ma non ero molto d’accordo, infatti, quella da allieva primo anno penso sia stata la mia stagione più brutta.

Da allieva secondo anno il passaggio alla Valcar PBM
Poi, dopo aver vinto l’Italiano su strada nel 2014 a Darfo Boario Terme e l’Italiano su pista nella specialità di velocità, sono stata cercata dalla Valcar PBM con cui ho iniziato a correre nel 2016, sempre con Bea.
In quell’anno con la mia squadra sono riuscita ad ottenere 10 vittorie su strada e 2 Titoli Italiani su pista, velocità e Keirin, pilotata anche da un super direttore sportivo, Paolo Zanga.

Junior primo anno
Nel 2017, passando Junior primo anno, ho lasciato Bea che è ancora allieva, ma nel 2018 correremo di nuovo insieme, sempre nello stesso team.
Nonostante io sia una persona che sente tanto i cambiamenti, sono riuscita comunque ad ottenere la convocazione in Nazionale per partecipare agli Europei su strada e su pista dove ho corso la corsa a punti e sono stata anche riserva al Mondiale di Montichiari.
Nel finale della stagione sono anche riuscita a cogliere una vittoria e un 2º posto che vale come vittoria siccome abbiamo fatto 1º e 2º in volata. Dico così perché con la squadra abbiamo fatto il treno per Chiara Consonni ed essendo stata l’ultima del treno ho tirato dritto, riuscendo a tagliare il traguardo dopo Chiara. Eravamo a Racconigi e la gara era di 80 km tutta piatta in un circuito di 11 km.

Aspettative per la prossima stagione
Nel 2018 mi piacerebbe far vedere chi sono e quanto valgo.
Non vedo l’ora che inizi la stagione perché mi manca correre e soprattutto mi manca tutto l’ambiente.
Faccio solo strada e pista anche se il prossimo anno avrei un obiettivo anche nella MTB però si vedrà, deciderò insieme al mio DS cosa fare.

Sono una ragazza testarda e quello che voglio per il 99% delle volte riesco ad ottenerlo.”


Sei stata nominata da Angelica Brogi con la seguente motivazione...:
“Nomino Gloria Scarsi perché credo che sia una giovane promessa del ciclismo. Saprà sicuramente farsi valere anche quest'anno!”

Cos’hai pensato appena ti abbiamo contattata e cosa ti ha portato ad accettare la nomination?
Ho pensato subito che sarebbe stato un bel motivo per far sì che mi conosca ancora più gente!

Ti sei avvicinata al ciclismo da bambina, grazie al nonno e al papà. Com’è stato nascere e crescere a contatto con la grande passione di famiglia? Quali valori e abitudini ti ha trasmesso?
È stato bello... mi ricordo quando andavamo a vedere mio padre correre!
Poi, avere un ex prof in casa è una bella cosa anche perché il nonno è sempre qui a darmi consigli, a chiedermi sempre come è andata e ogni tanto usciamo anche in bici insieme.

Che importanza ha, secondo te, per un atleta poter contare sull’appoggio e sul confronto diretto con un familiare?
Avere qualcuno in casa che se ne intenda è un punto a favore perché si può sempre chiedere consigli sulla gara o magari sulla preparazione invernale e su qualsiasi altra cosa.

Nonno e papà cosa ti raccontavano? Ricordi qualche aneddoto?
Mio nonno è un passista e mi dice sempre fai come me: «Pronti via! Vai in fuga e arriva da sola!». Lui la maggior parte delle gare le ha vinte così... ahah.
Papà è un velocista passista e sa difendersi in salita. È arrivato fino ad amatore ed era uno dei più forti. Certo le gare degli amatori sono diverse rispetto alle nostre, però sa darmi consigli anche se adesso sono totalmente affidata alla squadra.

Ci descrivi il momento in cui hai deciso di iniziare a correre?
Non ricordo precisamente quando ho voluto iniziare a correre, però la mia prima gara è stata in MTB.
Ricordo quando mio papà per la prima volta mi ha accompagnata all’allenamento... ho iniziato da quel giorno. La mia vecchia DS Angela aveva sgridato un bambino dietro di me ed io, pensando che ce l’avesse con me, mi sono fermata in mezzo alla strada e non volevo più andare da lei... ahahah! Poi è venuta lì e mi ha detto che non aveva sgridato me.

Da cosa eri attirata in particolare e quali aspetti del ciclismo ti attirano e ti piacciono di più oggi?
Ero e sono attratta tutt’ora dalla vittoria e dall’emozione di vincere singolarmente.

Gli stessi li hai mai trovati in qualche altro sport?
Ho provato altri sport, ad esempio pallanuoto o basket, ma erano sport collettivi e la vittoria non era singola.

Lo spirito di avere l’iniziativa e il forte desiderio di partire e vincere in solitaria influisce nella squadra?
Per vincere nella nostra categoria si ha bisogno sempre del lavoro collettivo di un team. Poi la vittoria è sì dell’individuo, ma la felicità è per la squadra intera.

Ti dedichi alla strada e alla pista... hai preferenze tra le due? Se sì, quali?
Mi piacciono sia la strada che la pista, ma la mia gara preferita è in pista ed è l’eliminazione.

Quanto e come ti alleni? Lo fai sola o in compagnia? Fai degli allenamenti personalizzati?
Mi alleno tutti giorni e, durante la preparazione invernale, mi alleno in palestra e in bici o con il ciclomulino.
Qua dove abito io non c’è nessuno a parte Bea e quando abbiamo gli allenamenti uguali ci incontriamo.
Il mio DS mi prepara delle tabelle specifiche, fatte apposta per me.

Usi il cardiofrequenzimetro? Se sì, come analizzi i dati?
Uso sia il cardio che il potenziometro e, a fine allenamento, guardo tutti gli obiettivi sull’applicazione del Garmin e li confronto. Quando miglioro un settore il computer me lo dice, così vedo dove e quando sono migliorata.
Col nuovo DS non so se dovrò dargli i dati, ma penso di sì per aggiornarlo su quello che faccio e come.

Ci hai accennato di un obiettivo in MTB per il prossimo anno... perché vorresti metterti in gioco anche su questa disciplina?
Sono nata sulla MTB e un ritorno al passato mi farebbe piacere.
Mi piace andare in discesa e nella MTB c’è più pericolo e questa cosa mi piace un pochino di più.
Da esordiente secondo anno ho partecipato all’Internazionale di Montichiari e da junior secondo anno vorrei riprovarci.

Ti definiresti multidisciplinare? Se sì, oltre alla tua testardaggine, cosa ti spinge ad esserlo?
Sì, mi spinge ad esserlo anche la mia tenacia.

Elenca e metti in ordine di rilevanza le caratteristiche fisiche e mentali che più contano per una donna che decide di correre in bicicletta.
Intanto per diventare una ciclista bisogna saper rinunciare a delle cose;
Durante l’estate quasi mai si riesce ad uscire con gli amici perché sabato e domenica sei sempre impegnata nelle gare e quindi non sei a casa;
Poi bisogna avere tanta testa e saper stringere i denti nei momenti difficili;
Per quanto riguarda il fisco, ne esistono di due tipi: una velocista è più robusta e più potente e una scalatrice più esile e più resistente.

Fai lo stesso indicando gli aspetti che secondo te sono necessari affinché una ciclista sia nella condizione di poter dare il massimo.
Beh, sicuramente c’è bisogno di avere una squadra coesa.
Le ragazze all’interno devono essere tutte unite e l’ambiente deve essere come una grossa famiglia.

La tua sensibilità ai cambiamenti, ti condiziona durante gli appuntamenti importanti? Cosa sei solita fare per controllarla?
Sono una persona che non viene condizionata molto dal pre gara. Certo la tensione c’è sempre, ma ho tanta adrenalina e quindi non vedo l’ora di partite per poter dire la mia.
Prima di partire mio papà di solito mi dice sempre «sveglia eh!». Questo di solito mi concentra ancora di più.

A proposito di cambiamenti, credi che il ciclismo italiano ne abbia bisogno?
Il ciclismo femminile sta crescendo ogni anno sempre di più e bisogna continuare a renderlo così bello per far sì che cresca ogni anno.

Com’è stato far parte della Nazionale Italiana agli Europei di quest’anno?
Il clima in Nazionale quest’anno era bellissimo. Mi sono trovata un sacco bene con le compagne ed eravamo unite.

Dopo tanti anni passati insieme, il prossimo anno sarai di nuovo in squadra con la tua “fedele compagna”, Beatrice Rosa. Cosa vi accomuna, oltre alla passione per le due ruote e cosa vi distingue?
Io e Bea siamo molto diverse. Lei è una calma e tranquilla, che va bene a scuola, io una pazza scatenata, sempre a far casino, che mette la scuola in secondo piano. Questa è la parte più diversa fra noi, ma nonostante ciò andiamo molto d’accordo.

C’è una canzone che in qualche modo vi rappresenta?
Non c’è una canzone che ci rappresenta, non ci abbiamo mai pensato.
Ma non siamo molto diverse nei gusti musicali: a lei piacciono Tiziano Ferro e la musica House, a me piace la musica House e qualche gruppo rock, come gli acdc e i Queen.

Che scuola frequenti e qual è la tua materia preferita?
Frequento l’Alberghiero di Alassio e le mie materie preferite sono alimentazione ed educazione fisica (?).

Volere è potere... oltre alla voglia di dimostrare il tuo valore nel ciclismo, cosa vuoi per te?
Oltre alla bici mi piacerebbe diventare preparatrice atletica, comunque sempre in ambito ciclistico.

La tua nomination e la motivazione…
Nomino Silvia Zanardi. È la mia rivale numero uno in gara, in volata siamo sempre noi due a darci spallate e testate, ma finita la gara siamo grandi amiche. Siamo state 15 giorni in stanza insieme a Livigno in ritiro con la Nazionale.

Ilenia Milanese
cicliste.eu